Tony Cragg. In 4D dal fluire alla stabilità
La mostra è una coproduzione tra la Fondazione Musei Civici di Venezia e la Galleria Michela Rizzo, Venezia, in collaborazione con la Galleria Caterina Tognon, Venezia.
A cura di Silvio Fuso e John Wood, catalogo Marsilio.
Un progetto espressamente concepito per gli spazi di Ca’ Pesaro da uno dei protagonisti della scultura britannica (e non solo) dei nostri anni, Tony Cragg (Liverpool, 1949).
In un percorso che si snoda lungo i tre piani di Ca’ Pesaro - corte esterna, androne, salette al piano terra, scalone monumentale, secondo piano e facciata sul Canal Grande - la mostra presenta una quarantina di opere in vetro, bronzo, acciaio, plastica, legno, pietra, ma anche venti tra disegni, bozzetti preparatori e acquerelli, realizzati in un trentennio di attività, dagli anni ’80 a oggi, quasi tutte mai esposte prima d’ora in Italia.
Si tratta di opere che documentano perfettamente la versatilità dei linguaggi e dei prodotti del suo lavoro e che stabiliscono, per di più, uno stringente confronto con gli spazi e i lavori permanentemente esposti in Museo.
Dopo una prima fase (anni Settanta), in cui accosta frammenti colorati di detriti urbani in inedite composizioni a metà fra collage e scultura, Cragg si muove via via verso opere più imponenti, in cui il minimalismo si fa monumentale, con gli immensi blocchi di legno, ferro, bronzo e fibra di vetro. Suo interesse fondamentale diventa “la creazione di oggetti e di immagini che non esistono nel mondo naturale o funzionale ma che possano riflettere e trasmettere informazioni e sensazioni sul mondo e sulla [sua] stessa esistenza” (Tony Cragg, 1982). Per tutto ciò fondamentale risulta non solo la scelta dell’elemento costitutivo ma anche la sua elaborazione in forme capaci di evolversi e trasformarsi. Il “maniacale” interesse di Cragg per il potenziale moto dei corpi lo spinge, quasi scientificamente, a cercare, studiare ed esporre tutte le possibili mutazioni di una struttura primaria. Tutto accade comunque dentro l’universo della poetica del fare. Non forme chiuse ma “aperture” in cui prevale l’idea di confronto con lo spazio e del rapporto tra oggetti, materiali e immagini. Tony Cragg, dichiaratamente laico e “materialista”, o forse proprio per questo, compie un’operazione estetico-filosofica in cui l’arte ha il compito di far emergere una profonda spiritualità fisica e plastica, in “alternativa all’osservazione della natura” e “alla percezione dell’ottusa nostra realtà, soggetta solo alle leggi dell’utile” (Tony Cragg, 2005).
TONY GRAGG | SHORT BIO
Nato a Liverpool nel 1949, è considerato uno dei maggiori interpreti dell’arte contemporanea. Formatosi nell'ambiente del Minimalismo e del Concettuale, dopo i primi studi giovanili, dal ’69 al ’77 frequenta il Gloucestershire College of Art di Cheltenham, la Wimbledon School of Art (BA) e la Royal College of Art (MA); nel 1976 insegna all’Ecole des Beaux Arts de Metz. Nel ‘77 si trasferisce a Wuppertal (Germania), dove da allora vive e lavora. Dal ‘78 all’88 è docente alla Kunstakademie di Düsseldorf – di cui è dal 2009 direttore - contestualmente inizia a esporre, attività che lo porterà negli anni nei più importanti musei e nelle principali collezioni pubbliche e private del mondo, tra cui si segnalano: 5 partecipazioni alla Biennale di Venezia (‘80, ’86 e ’88, quando riceve la “menzione speciale” e vince il “Turner Prize”, ’93 e ‘97); 2 a “documenta” di Kassel (’82 e ‘87), 2 alla Biennale di Sydney (‘84 e 90); espone poi alla Staatsgalerie Moderner Kunst di Monaco di Baviera e al Palais des Beaux-Arts, di Bruxelles (’85), al Brooklyn Museum e all’University Art Museum di Berkeley (’86); allo Houston Contemporary Art Museum e al Carnegie Museum of Art, Pittsburgh (’91); all’IVAM Valencia (’92); al Musée des Beaux-Arts, Nantes (’94); al Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofia, Madrid (95); al MNAM, Centre Georges Pompidou, Parigi (’96); al MACBA, Barcellona (’97), alla Royal Academy, Londra (‘99), alla Tate Gallery, Liverpool (2000), alla Bibliothèque Nationale Francaise di Parigi, al CAC Málaga e al MACRO di Roma (2003). Nel 2002 si aggiudica il CBE per l’arte e il prestigioso premio per la scultura, Piepenbrock. A Wuppertal ha realizzato un Parco pubblico delle sue sculture, dove in 16 ettari di bosco, sono collocati 20 suoi grandi lavori. Nel corso di quest’anno ha esposto alla Lisson Gallery di Londra, al Konstmuseum di Boras e alla Sweden Uppsala Bror Hjorths Hus, (Svezia).